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Sintesi Ipotesi Piattaforma CCNL Gas-Acqua |
Scritto da Walter Cassoni |
Venerdì 29 Giugno 2012 10:32 |
Sintesi Ipotesi Piattaforma Ccnl Gas Acqua
Premessa
Questo rinnovo avviene in un stato di crisi economica e produttiva perdurante in cui evidente è l’assenza di politiche industriali rispetto allo sviluppo. Dove anche l’attuale Governo, intervenendo solo sul risanamento finanziario che ha indirettamente favorito una impennata dell’inflazione ed un aumento della pressione fiscale a scapito di un rilancio dei consumi, ha ulteriormente colpito i redditi da lavoro e da pensione.
Il Metano
- nonostante l’utilizzo del metano si sia fortemente sviluppato nei consumi industriali e civili, negli ultimi 3 anni vi è stata una contrazione dei consumi (nel 2011, con 77 Mld Mc, abbiamo toccato i livelli del 2000); cmq è prevedibile supporre che ad una ripresa economico/produttiva corrisponderà una contestuale ripresa dei consumi; - i recenti provvedimenti del Governo, che in tema di liberalizzazioni prevedono una indipendenza della rete di trasporto dall’Eni, temiamo nascondano la reale volontà di “fare cassa” vendendo Italgas o Stogin. - rispetto alla politica sugli approvigionamenti riteniamo giusto che il Governo attui un bilanciamento tra le offerte garantite dai contrati Eni (a medio-lungo termine ed a prezzi costanti) e le offerte dei mercati “spot” (forniture a breve termine i cui prezzi più bassi si scontano con l’obbligo di costruire un certo numero di rigassificatori, tematica su cui conviene fare una attenta valutazione di ordine economico); - Il Decreto Letta del 2000 ha stabilizzato l’assetto normativo della distribuzione del gas naturale con prospettive a medio-lungo termine, mentre l’identificazione dei 177 Ambiti territoriali ha definito un sistema stabile di confronto per le Parti Sociali (investimenti programmati sulla rete, modelli organizzativi e stabilità occupazionale). Inoltre, mentre lo stesso Decreto Letta precisa il termine (42 mesi) per il completamento delle gare, la possibile riforma sui servizi pubblici locali potrebbe ridisegnare gli attuali assetti societari (nel numero e dimensione delle aziende di distribuzione del gas); - Ciò dovrà comportare un confronto a livello istituzionale costante ed attento ed un modello più partecipativo e di coinvolgimento dei lavoratori nella gestione delle imprese; - Nel mercato del gas naturale, mentre le liberalizzazioni auspicate dal Decreto Letta non hanno prodotto benefici per i consumatori e per lo sviluppo occupazionale, i nuovi operatori autorizzati dal Min. Sviluppo Ec. hanno dimostrato incapacità gestionali, ritrosie rispetto alle relazioni sindacali e posizionamenti in aree contrattuali extra settoriali. Inoltre il loro “stare sul mercato” ha nei fatti creato incertezza tra i consumatori; - Sono necessari investimenti per il potenziamento della rete (con contestuale qualificazione del personale delle aziende di distribuzione coinvolto), nella sicurezza, nella qualificazione del pronto intervento e nella ricerca di “dispersioni” nel territorio; - È da rivedere anche la politica delle esternalizzazioni che, nel tempo, ha portato un impoverimento delle attività principali e contestualmente ha “trasferito” il rischio dal lavoro tutelato a quello meno tutelato;
Il settore idrico
- Dopo l’esito referendario, che ha abrogato le norme della legge Ronchi, il settore vive un vuoto normativo, inoltre è tutto da definire il percorso secondo cui l’Autorità di Vigilanza debba individuare lo stesso metodo tariffario già attuato per le tariffe elettriche e quelle del gas. Cmnq rimane difficile da immaginare coma la fiscalità generale possa farsi carico dei 60 Mld di investimenti stimati (necessari per la sistemazione della rete idrica nazionale:circa il 60% dell’acqua si disperde nel tragitto dalla fonte all’utilizzatore); - ulteriore effetto del risultato referendario è stato la “fuga” del capitale privato con conseguente rifiuto del credito bancario alle aziende idriche mentre il Crescitalia, equiparando le società in “hause” e quelle di proprietà pubblica (oltre ad assoggettarle al “Patto di stabilità” dei Comuni), ha previsto un blocco delle assunzioni e di qualsiasi contrattazione di natura economica, - tutto ciò non favorisce un modello di gestione del servizio idrico sul modello industriale: economico ed efficiente (delineato dalla Legge Galli); detto servizio, inoltre, non ha trovato spazio neppure tra le liberalizzazioni del Governo; - respingendo con forza l’impostazione privatistica che si intravvede nell’equiparazione del comparto con il pubblico impiego, oltre a respingere l’assimilazione delle aziende del settore al Patto di Stabilità, rivendichiamo il recupero salariale del triennio di Ccnl in scadenza (ed il suo rinnovo); - infine prioritario sarà consolidare i livelli occupazionali e le professionalità dei lavoratori oltre che fare una profonda valutazione delle terziarizzazioni realizzate;
Il Rinnovo del Ccnl
A 10 anni dalla sua nascita il Ccnl Gas Acqua, pur rappresentando un modello, negli anni non ha saputo aggregare imprese e lavoratori che operano nel settore energetico. Esso necessita di una forte rivisitazione normativa con la finalità di avere un contrato unico dell’energia e dei servizi idrici Contratto unico) che possa, comunque, salvaguardare le caratteristiche e le peculiarietà di ogni singolo mercato di riferimento (rispondendo contestualmente alle esigenze delle imprese e dei lavoratori rispetto alla crescita qualificata, la ricerca, l’innovazione).
Evoluzione del sistema delle relazioni industriali
Vanno favoriti nuovi percorsi relazionali, che favoriscano processi di democrazia economica e di governance dell’impresa propedeutici e di supporto alla legislazione specifica a venire, attraverso la costituzione: - dei Comitati di sorveglianza aziendali; - di organismi bilaterali di settore (osservatori di comparto);
Diritti sindacali
Si richiede di elevare a 4 il numero minimo dei componenti eletti nelle Rsu e, contestualmente, la rivalutazione delle agibilità.
Ambito di applicazione
Si richiede di allargare l’ambito di applicazione del Ccnl Gas Acqua anche alle seguenti attività, che richiedono specifiche conoscenze e professionalità, coinvolte nei processi di esternalizzazione : - attività proprie dei cicli integrati (compresa la gestione del calore e della vendita gas); - attività distintive dell’area gas come sono indicate nella clausola occupazionale; - la depurazione, la fognatura, manutenzione della rete, ecc.. (nel comparto idrico);
Mercato del lavoro
Riteniamo possibili interventi per creare stabilità ed estendere i diritti, ed in quest’ottica la scelta dell’Apprendistato professionalizzante quale strumento privilegiato per l’assunzione nelle aziende dell’energia crediamo sia una opportunità da perseguire. Inoltre, alla fine del periodo di apprendistato rendendo possibile un momento di verifica in azienda tra le parti, vi sarebbe la possibilità di esplorare eventuali soluzioni di stabilizzazioni.
Formazione
La riqualificazione professionale, attraverso la formazione continua, quale strumento per: - percorsi professionali ai lavoratori in apprendistato; - la gestione delle ricadute introdotte dalla riforma sull’età pensionistica; - rafforzare il legame con la valorizzazione delle professionalità; - le donne al rientro dalla maternità;
Normativa
Con l’Accordo Interconfederale del 28/06/2011, che riconferma la centralità del Ccnl quale strumento per definire diritti e regolare conflitti, contestualmente si rafforza il doppio livello di contrattazione (tra il primo e secondo livello) oltre a definire le linee guide per la erogazione dei premi di produzione/produttività.
Classificazioni/Crea
Il sistema classificatorio del settore gas-acqua deve essere adeguato in relazione ad una organizzazione più polivalente e polifunzionale ed, allo scopo di affrontare il fenomeno crescente delle erogazioni unilaterali aziendali, chiediamo venga utilizzato un sistema classificatorio basato su di un numero minore di livelli di inquadramento oltre che sull’introduzione del Crea (per basare le eventuali erogazioni ulteriori aggiuntive sull’apporto individuale, ma a parità di posizione organizzativa).
Welfare
- La recente riforma pensionistica, nell’estendere il sistema contributivo a tutti i lavoratori ( e nel rivisitarlo periodicamente rispetto all’aspettativa di vita) ridurrà la copertura pensionistica offerta dall’Ago ( Fondi pensione sostitutivi dell’Assicurazione Generale Obbligatoria). - Il settore si è da tempo cautelato con lo strumento della previdenza complementare , il Pegaso, che deve essere ulteriormente rivalutato rispetto alla richiesta di 8 euro del precedente rinnovo del Ccnl. - Ma, per le aziende “private” del gas, i vari governi ad oggi non sono riusciti a superare l’impossibilità, per gli attuali Fondi (Pegaso, Fondenergia, Fiprem e Fopen: che prevedono solo il versamento delle quote dell’accantonamento del Tfr) di garantire la esigibilità anche della quota paritetica a carico delle aziende e dei lavoratori da destinare alla previdenza complementare; - Al fine di incentivare l’iscrizione ai Fondi chiediamo l’apertura della posizione per ogni dipendente neo assunto, oltre che un percorso di unificazione condivisa dei Fondi di settore (Fondenergia, Pegaso, Fopen); - Per i dipendenti assunti con contratti precari chiediamo l’estensione di tutte le voci del Welfare contrattuale di settore (Fondi di prev. Compl e sanitari: Fasie); - Si richiede, nell’arco della vigenza contrattuale, un aumento graduale della quota a carico dell’azienda per il Fondo sanitario Fasie (dal 1’ gennaio esteso anche ai lavoratori del gas-acqua);
Sostegno al reddito
Al fine di affrontare la riorganizzazione del settore idrico e del gas, in base alle nuove normative del mercato del lavoro in discussione, si richiedono in via sperimentale ed a livello aziendale forme di intervento economici a sostegno del reddito.
Salute, Sicurezza ed Ambiente
Le Parti intendono perseguire una maggiore cultura della prevenzione del rischio sui luoghi di lavoro, e delle condizioni necessarie allo sviluppo sostenibile, soprattutto attraverso forme di interazione con il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Va esteso il ruolo della Rsu-Rlsa per mezzo di un potenziamento dei processi di certificazione e gestione dei rischi all’interno dei cicli produttivi ed organizzativi (soprattutto per la sicurezza negli appalti e subappalti). La contrattazione di 2° livello dovrà anch’essa essere maggiormente sviluppata ed orientata verso le tematiche della sicurezza. Vanno aumentate le ore di formazione, per i lavoratori (soprattutto i giovani neo assunti) e dei Rsu-Rlsa, (anche utilizzando le risorse di Fondimpresa) per promuovere corsi sulla prevenzione ed, in particolare, sull’Ambiente e sui “nuovi rischi”. Va definito una Linee Guida Appalti con finalità di definire metodologie e valutazioni sulle imprese ( con obbligo di momenti formativi per i lavoratori) che comportino anche la loro sospensione ed esclusione nei casi di accadimenti gravi.
Turnisti
Una attenta valutazione va fatta rispetto ai lavoratori turnisti ed alle loro condizioni, oggettivamente peggiorate dalla modifica delle norme pensionistiche che comporta un allungamento dell’età lavorativa. Chiediamo, laddove vi fossero le condizioni, di garantire al lavoratore il diritto alla “discesa” del turno mantenendo le condizioni economiche maturate ed il diritto alla formazione tecnica.
Reperibilità
L’impegno, assunto nell’ambito del precedente rinnovo, è stato ad oggi disatteso. Riteniamo non più rinviabile la definizione di una normativa generale per: - la distinzione tra la reperibilità aggiuntiva o sostitutiva del pronto intervento; - le condizioni di non appaltabilità; - il decentramento in sede aziendale del rinnovo periodico degli importi economici e delle modalità organizzative;
Premio di partecipazione
L’esperienza evidenzia come l’influenza del lavoratore sul suo risultato finale risulta minima, per questo si richiede che si prevedano Linee guida che riducano sensibilmente la percentuale legata alla redditività dell’impresa valorizzando maggiormente la produttività.
Trasferimenti
I decreti attuativi della Legge Letta (164/2000)comporterà prevedibilmente una razionalizzazione delle società operanti rispetto al numero e alle dimensioni. Va rafforzata la capacità preventiva del sindacato nel discutere queste tematiche al fine di evitare qualsivoglia ricaduta occupazionale. Inoltre va adeguata la normativa sui trasferimenti, ancora facente riferimento a strutture aziendali che saranno superate.
Salario
Allo scopo di difendere il potere di acquisto dei salari chiediamo: - di dar seguito all’impegno di adeguare i minimi contrattuali rispetto allo scostamento eventuale dell’inflazione reale entro l’attuale vigenza contrattuale; - un aumento compreso tra il 7% ed il 9% in quanto, la difficile previsione inflazionistica nel triennio 2013-2015 (anche per il probabile aumento dell’Iva dal 21% al 23%), non permette ad oggi una quantificazione economica certa. |
Ultimo aggiornamento Lunedì 10 Settembre 2012 09:50 |